Sapevi che Francesco II, mutando opinione sulle concessioni ferroviarie, cui era inizialmente ostile, decise di dare il via alla costruzione di una rete di strade ferrate. Così fece, in effetti, con un decreto dell'agosto 1860, con il quale consegnò l'opera ad un gruppo francese, capeggiato dal finanziere transalpino Gustave Delahante, che aveva fra i propri soci anche i Rothschild. Tale scelta fu caldeggiata all'ultimo sovrano duosiciliano dal suo ministro Giacomo de Martino, da un paio di mesi agli affari esteri, nella convinzione che una concessione al Delahante potesse favorire il sostegno della Francia al Regno delle Due Sicilie. L'autorizzazione alla concessione, data col decreto, prevedeva la costruzione di: una linea dal Tronto a Taranto, che sarebbe passata per Foggia e con delle diramazioni per Otranto, Lecce, Bari, Brindisi, Barletta e Termoli; due passaggi transappennici che permettessero la comunicazione tra la linea precedente e Napoli, attraverso sia le valli del Sele e dell'Ofanto, sia le valli del Volturno, del Calore, del Tamaro e del Biferno. La concessione avrebbe avuto una durata di 99 anni.
ARGOMENTI CORRELATI
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lunedì 30 marzo 2015
Le ferrovie "francesi" di Francesco II (1860)
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domenica 21 febbraio 2010
Tabacco libero, ma solo a Lecce (1824)
Sapevi che sotto Ferdinando I venne liberalizzata la coltivazione del tabacco solo a Lecce e nel Principato citra (Salerno). Una problematica sul tema, in effetti, si era presentata all'attenzione del predetto sovrano borbonico nel 1824, allorché si dovettero conciliare i rigori delle privative già assegnate, che in parte minavano la libera concorrenza, con l'esigenza dei proprietari delle foglie di poter soddisfare le proprie aspettative di vendita. Sicché, con un decreto firmato nel marzo di quell'anno, si cercò di dirimere la questione, anche sulla base dei precedenti storici. Secondo i quali la coltura delle piante di tabacco era vieppiù sconosciuta nel Regno delle Due Sicilie, con eccezione della Terra d'Otranto, o comunque poco praticata, ma solo per la cosiddetta erba santa. La conseguenza fu che, con i 5 articoli del decreto del 1824, da una parte si vietò sia la piantagione che la coltivazione del tabacco nei domini al di qua del Faro, permettendola invece, dall'altra parte, ai produttori della sola provincia di Lecce, sia pure previo rilascio di licenza e per quantità limitate alle necessità delle fabbriche cui era stata concessa la privativa. Tale possibilità fu concessa anche ai coltivatori dell'erba santa nella sola provincia di Salerno.
ARGOMENTI CORRELATI
- Protezionismo di carta (1816);
- In punta di spille (1827).
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