Sapevi che Francesco II, mutando opinione sulle concessioni ferroviarie, cui era inizialmente ostile, decise di dare il via alla costruzione di una rete di strade ferrate. Così fece, in effetti, con un decreto dell'agosto 1860, con il quale consegnò l'opera ad un gruppo francese, capeggiato dal finanziere transalpino Gustave Delahante, che aveva fra i propri soci anche i Rothschild. Tale scelta fu caldeggiata all'ultimo sovrano duosiciliano dal suo ministro Giacomo de Martino, da un paio di mesi agli affari esteri, nella convinzione che una concessione al Delahante potesse favorire il sostegno della Francia al Regno delle Due Sicilie. L'autorizzazione alla concessione, data col decreto, prevedeva la costruzione di: una linea dal Tronto a Taranto, che sarebbe passata per Foggia e con delle diramazioni per Otranto, Lecce, Bari, Brindisi, Barletta e Termoli; due passaggi transappennici che permettessero la comunicazione tra la linea precedente e Napoli, attraverso sia le valli del Sele e dell'Ofanto, sia le valli del Volturno, del Calore, del Tamaro e del Biferno. La concessione avrebbe avuto una durata di 99 anni.
ARGOMENTI CORRELATI
- Sudditi al soldo di potenze straniere (1826)
- Illuminare le coste (1859)
QUESTO BLOG PROPONE I REGESTI DI ATTI PUBBLICATI SULLA "COLLEZIONE DELLE LEGGI E DECRETI REALI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE" TRA IL 1815 E IL 1860. ALCUNI FRA GLI ATTI PRINCIPALI SARANNO RIPORTATI, INTEGRALMENTE, ALL'INTERNO DI APPOSITE BLOG-APPENDICI DOCUMENTARIE.
lunedì 30 marzo 2015
Le ferrovie "francesi" di Francesco II (1860)
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domenica 15 marzo 2015
Cosenza ama la musica (1818)
Sapevi che Ferdinando I, facendo seguito ad una serie di provvedimenti del 1816, volti ad educare alla scenografia e a sottolineare l'importanza del ballo, volle adottare insegnamenti analoghi anche in altre città. Così decise, in effetti, con un decreto del 1818. Sulla richiesta dell'Intendente (il prefetto di allora) della provincia di Calabria citeriore, in quell'anno il primo sovrano duosiciliano diede il via all'istituzione di un'accademia di musica e ballo a Cosenza, approvandone contestualmente il relativo regolamento.
ARGOMENTI CORRELATI
- Educare alla scenografia (1816);
- L'importanza del ballo a Napoli (1816);
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lunedì 22 aprile 2013
Politici a tavola, un abuso vietato nel 1825
Sapevi che nel Regno delle Due Sicilie venne vietata l'usanza di pranzi per i consiglieri e per le autorità politico-istituzionali. Sino al 1825 era una prassi, in effetti, che i presidenti dei consigli provinciali (all'epoca una provincia regnicola equivaleva ad una regione di oggi) organizzassero una tantum una sorta di conviviale a tavola per i consiglieri provinciali, per l'intendente (cioè il prefetto) ed altre personalità. Tale usanza, com'è scritto in una specifica risoluzione sovrana, era considerata un abuso, tanto più che i convitati potevano sentirsi in obbligo di ricambiare l'ospitalità. Sicché fra i primi atti di Francesco I era ricompreso anche il divieto, emanato nel marzo 1825, di perpetrare oltre un siffatto abuso. Più in particolare, il secondo sovrano delle Due Sicilie era convinto che l'organizzazione di un pranzo mal si conciliasse con le nobili funzioni che per legge erano riservate ai consigli provinciali, potendone conseguire una minore efficienza ed incisività nelle prerogative di quei consessi, nel dar risposte adeguate alle istanze di miglioramento che provenivano dal territorio di competenza. In sostanza, nell'ottica sovrana la celebrazione di un pranzo era una distrazione, intesa non tanto in termini di sperpero di fondi pubblici (giacché le spese erano a carico delle tasche proprie dal "governatore" della provincia), quanto soprattutto nella pesantezza, ovvero nella lentezza che sarebbe potuta derivare sullo svolgimento dei lavori da parte dei politici di allora. La determinazione reale fu inviata agli intendenti con l'invito di farla eseguire rigidamente.
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- Il Governo dei Saggi (1821);
- Crisi: tagli sul reddito e tagli alle spese (1831);
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